martedì 24 giugno 2008

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur


(ansa) Sospensione dei processi per i reati meno gravi commessi fino al 30 giugno 2002; uso dell'esercito nelle città per garantire la sicurezza; articolo 416-bis anche per le mafie straniere; aggravante di clandestinità per gli immigrati non in regola che commettono reati. Sono queste alcune delle novità principali contenute nel decreto sicurezza licenziato dal Senato. Dopo la «salvapremier» il governo punta ad un altro provvedimento che desta polemiche. E lo fa con il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, durante l'audizione presso la commissione Giustizia del Senato. «Al prossimo Consiglio dei Ministri, - anticipa il Guardasigilli - ci sarà l'annunciato provvedimento per bloccare i processi penali per le più alte cariche dello Stato». Per il no invece Pd, Idv che non hanno mancato di inscenare una protesta contro l'approvazione del decreto, esponendo cartelli con scritte come "vergogna" e "il Caimano è tornato".

3 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Mi ricorda ciò che riporta la storia, quando Caio Giulio Cesare riuscì ad ottenere la nomina di dittatore a vita....buona giornata da Tiziano

Nuccio Benanti ha detto...

Ampio spazio alla notizia è stato dato anche sulla stampa straniera

El Pais: “Violato lo stato di diritto”
Il Times: “Il tentativo di Silvio Berlusconi di evitare il carcere nel processo per la ‘tangente’ di David Mills”.

Nuccio Benanti ha detto...

ROMA -(ansa) Raffica di fischi e di 'buuuh' e solo qualche applauso per il premier Silvio Berlusconi dalla platea della Confesercenti alle parole del premier che ha definito "i giudici e pm politicizzati" "una metastasi della nostra democrazia". Il premier: "La democrazia e' in liberta' vigilata sotto i tacchi dei giudici. Niente dialogo, opposizione giustizialista". "Ho fiducia nei magistrati perché sono sempre stato assolto, ma dopo il calvario che ho dovuto subire tutti questi anni, mi indigno a vedere questa opposizione che invece di unirsi alla maggioranza" si lascia tentare dall'ala giustizialista. Così nel suo intervento ala Confesercenti Berlusconi attacca i giudici e spiega perché non é possibile alcun dialogo con l'opposizione. "Sono indignato - prosegue - perché vedo una democrazia in libertà vigilata sotto il tacco dei giudici politicizzati. Così stando le cose - conclude - non c'é più possibilità di dialogo con una opposizione che è rimasta giustizialista".

"I cittadini hanno il diritto a esser governati da chi hanno scelto democraticamente: non posso accettare che un ordine dello Stato voglia cambiare chi è al governo, ledendo il diritto dei cittadini, con accuse fallaci", ha detto Berlusconi, tra le ripetute urla di riprovazione dell'assemblea dei Confesercenti attacca i giudici "politicizzati", definendoli "metastasi della nostra democrazia".

NAPOLITANO, SCONTRO POLITICA-GIUSTIZIA DANNO PER TUTTI
No a una "deleteria contrapposizione" tra politica e giustizia, che rappresenterebbe "un danno per tutti". E' l'appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano stamattina, nel corso di un incontro al Quirinale con il Consiglio nazionale forense, prima dell'intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'Assemblea di Confesercenti. "Misura ed equilibrio". Li chiede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al mondo politico e alla magistratura, insieme ad un "clima di ascolto reciproco", sottolineando l'auspicio che, "in questo momento di tensione", "nessuno" rinunci a cercare il dialogo. Il presidente della Repubblica lo ha detto stamattina, nel corso di un incontro al Quirinale con il Consiglio nazionale forense, prima dell'intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'Assemblea di Confesercenti.

"Dobbiamo auspicare che la nuova stagione parlamentare porti avanti il percorso delle riforme di cui ha assoluto bisogno l'amministrazione della giustizia nel suo insieme - dice il presidente della Repubblica nel servizio del Tg2 - E, perché vi si riesca, deve affermarsi, ne sono convinto e non è la prima volta che lo sottolineo, un clima di ascolto reciproco e di confronto costruttivo su questi problemi tra tutte le componenti del mondo della giustizia e del mondo politico e istituzionale". "Il mio invito - sottolinea il capo dello Stato durante l'incontro con il Consiglio nazionale forense - si rivolge a tutti quelli che definirei i soggetti dell'impegno da portare avanti a questo riguardo. E' un invito alla misura e all'equilibrio, che in questo momento di tensione mi auguro non vanga lasciato cadere da nessuna parte, nella consapevolezza del danno che porterebbe a ciascuno e a tutti il riaccendersi di una deleteria contrapposizione tra politica e giustizia". "A quel tema - aggiunge Napolitano - dedicai il mio intervento nella seduta del Consiglio superiore della magistratura del 14 febbraio. Vorrei che quanti mostrarono di apprezzare gli argomenti che sviluppai in quell'occasione si comportassero oggi di conseguenza".