lunedì 19 gennaio 2009

Il pensiero debole dei cattolici siciliani


di Rosario Giuè
Possono i cattolici contribuire alla nascita di un' etica civile in Sicilia? E come? La domanda viene spontanea dopo aver letto la riflessione di Vito Mancuso "La religione civile che manca all'Italia" sulle pagine nazionali del nostro giornale martedì 13 gennaio. Riassumiamo brevemente i punti di quell'intervento, cercando di coglierne il succo e guardarlo poi con riguardo alla situazione siciliana. Scrive Mancuso (prima tesi): «Una società è tanto più forte quanto più è unita, e ciò che tiene unita una società è la sua religione», intendendo per «religione» (secondo il senso etmologico) ciò che unisce, «cioè legame, principio unificatore dei singoli» come attrazione irresistibile verso una realtà più grande del singolo individuo. La religione civile «è ciò che consente di rispondere alla seguente domanda: perché devo essere giusto verso la società? Perché devo esserlo anche quando la mia convenienza mi porterebbe a non esserlo?». Purtroppo, continua Vito Mancuso (seconda tesi), «l'Italia non ha una religione civile», un qualcosa per cui «il singolo si comporta onestamente verso la società perché sente che essa è più importante di lui». Perché questa «religione civile» così necessaria possa nascere occorre, scrive Mancuso (terza tesi), «che i cattolici mettano la loro fede al servizio del bene comune». A tal scopo si deve far cadere la logica secolare della disputa tra «guelfi» e «ghibellini»: tra chi vuole pretende di tradurre il cattolicesimo così come è in etica e legislazione civile italiana (intregristi cattolici e atei devoti) e tra chi ritiene che l'Italia si può salvare solo dal superamento del cattolicesimo (laicisti, secolaristi). (continua)

1 commento:

Anonimo ha detto...

PREMESSA: Caro Nuccio per prima cosa sarebbe opportuno ridimensionare l'autorevolezza di padre Livio che più volte è stato richiamato dal suo vescovo ad atteggiamenti meno integralisti o oscurantisti(soprattutto in tema di demonio).

Manco a farlo apposta questo post e quello successivo sono da spunto proprio per tracciare una lettura, personale s'intende, delle vicende che stanno in questi giorni turbando la quiete del nostro paese e che hanno come oggetto numerosi atti di vandalismo.
Se un coppia di fidanzati decidesse di trascorrere qualche ora di intimità sulla Sera in prossimità della cappella di Guadalupe, potete giurarci, che già l'indomani mattina tutto il paese sarebbe informato nei più piccoli particolari!!! Degli ignoti e rumorosi attentatori invece nessuno sa nulla, nessuno ha visto nulla.
Se un inquieta casalinga avesse allacciato qualche furtiva liason con un focoso amante, nel giro di pochi minuti il cornuto di turno avrebbe ricevuto dettagliato avviso di avvenuta germogliazione legnosa in fronte. Ma se nelle sere di Natale con un popolo che gira in paese tra cenoni e giocate a carte un manipolo di balordi forza la porta del Santissimo e rubacchia qualche regalo e le offerte nessuno nota nessuno vede alcunchè.
Se poi altri arditi per ben tre volte di sabato sera si divertono a svuotare e rovesciare con fragore i vasi di recente ripiantati di gerani o stelle di natale con passione ed amore dagli anziani dell'Auser nessuno nota niente o gira lo sguardo altrove.
Però si scrive che in fondo è colpa degli amministratori che magari potrebbero a turno dormire all'addiaccio sulle panchine del corso dei Mille o sulla ventosa Serra per sorprendere e magari arrestare loro stessi i vandali di turno.
Fa bene Rosario Giuè a parlare di religione civile come vocazione totalmente assente dalle nostre coscienze di siciliani.
La questione è banale come afferma lo stesso Vito Mancuso, che Rosario cita, quello che manca al nostro popolo e la consapevolezza che "il singolo si comporta onestamente verso la società perché sente che essa è più importante di lui". Noi anteponiamo sempre il nostro interesse, il nostro tornaconto o, come nel nostro caso, la nostra tranquillità, a quel bene comune di cui conosciamo poco o nulla. Nell'intravedere un atto di vandalismo preferiamo girare lo sguardo altrove, evitiamo le rogne, l'omertà trionfa anche nel piccolo. Così è facile inventarsi il vero nemico: Satana, che soggioga le menti dei nostri adolescenti e gli suggerisce di rompere qui, spaccare lì, sradicare più avanti. Tutto pur di fuggire le nostre responsabilità di cittadini e, soprattutto, di genitori "su divani abbandonati con telecomandi in mano" mentre i nostri pargoletti adolescenti se ne stanno in giro sino alle due di notte a fare esperienza di vita.
Nonostante il mio pessimismo sull'argomento tengo a precisare che ho voluto inserire la problematica del vandalismo all'oggetto della commissione consiliere che presiedo, ne ho fatto oggetto più volte di comunicazioni in Consiglio Comunale, e, grazie alla programmazione dell'esecutivo, a breve avremo un buon numero di telecamere che vigileranno sulle principali strade del paese, almeno quelle non si gireranno da un'altra parte alla vista di un misfatto. Si sappia altresì che se si dovessero individuare i maldestri agitatori delle notti marinesi chiederò al consiglio di costituirsi parte civile in giudizio e i distratti genitori saranno chiamati a risarcire tutti i danni.

nino di sclafani