giovedì 5 novembre 2009

Ma dove lo volete portare questo Crocifisso?


di Francesca Di Marco
Io non lo so, un tempo le scuole erano diverse: la maestra era quasi una mamma, la preghierina la mattina a scuola davanti a quel tanto bistrattato Crocifisso aveva il sapore della speranza, dell’attesa, della trepidazione.
Anche fare geografia o storia o italiano: era tutto diverso. Il 4 novembre ho provato a spiegare ai miei bambini di quinta primaria (elementare và!) il valore della festa delle Forze Armate; abbiamo ascoltato anche la voce che annunciava: «Italiani, la guerra è finita!»; abbiamo visto dei video sulla prima guerra mondiale e alla fine mi hanno detto: «Si, maestra. Ma quest’Impero Austro-Ungarico dov’era?». «Andiamo bene!» dico io. Poveri cuccioli, lo scopriranno fra tre anni. Ora io non so se eravamo geni noi o superdotate le nostre maestre, ma fatto sta che in storia in quinta si facevano le guerre mondiali, in geografia i continenti extraeuropei e di italiano leggevamo brani su Enrico Fermi, Leonardo da Vinci, Giuseppe Verdi e compagnia varia. Altri tempi. Ho provato a spiegargli dell’Unità d’Italia, della Carboneria, delle Guerre d’Indipendenza, della fatica che hanno fatto gli italiani per essere riconosciuti come Nazione, ma non hanno le conoscenze pregresse utili alla comprensione del problema e loro, poveri innocenti, non c’entrano niente. Abbiamo però riflettuto sull’importanza della libertà. La LIBERTA’. E di colpo, in contemporanea, abbiamo guardato il Crocefisso che pende sulla mia povera testa, sopra la lavagna. «Beh, ditemi! Che ne pensate della sentenza sul Crocifisso che deve fare le valigie?». Lorenzo, placidamente ha detto: «Digli che lo toccano, maestra! Li prendo a calci nel sedere!». Ci tengono, i bambini, al Crocifisso perché gli è stato insegnato che è un amico che gli suggerisce valori come l’Amore, la Speranza, la Carità, la Libertà. La LIBERTA’. (continua)

24 commenti:

Nuccio Benanti ha detto...

Grazie Francesca. Non è per caso che ti ho nominata caporedattrice centrale (di sfondamento) ed inviata speciale di Piazza Marineo in terra Padana.

Sì, è vero, che anche io avrei potuto parlare della questione del Crocifisso nelle scuole. Ma non l’ho fatto per due motivi.
Il primo è che ho una lunga lista di articoli pronti per essere pubblicati (leggi lagnusia). Il secondo è questo: vuoi paragonare quello che avrei potuto scrivere io con la tua testimonianza? Non c’è confronto! Il tuo intervento è veramente interessante, poiché non è campato su discorsi teorici, televisivi o scopiazzati a destra e a sinistra, ma parte dalla tua esperienza sul campo, dando voce ai veri protagonisti (e alle vittime della vicenda), che sono i bambini. Il tuo intervento è originale e ci fa toccare con mano le difficoltà (concrete, reali e non astratte) che vivono in queste ore gli alunni e gli insegnanti di tutte le scuole di tutte le regioni e religioni.

Forse non c’entra niente, ma colgo l’occasione per dire che in queste ore si è spento a Parigi, alla venerabile età di 100 anni, Claude Levi-Strauss. Quest’uomo era andato in Brasile per insegnare, ma sempre cu la testa ntallariu, ad osservare gli indigeni, ha scritto “Tristi tropici” ed è diventato il più grande antropologo di tutti i tempi.

Anonimo ha detto...

bello francesca.....spero ke nessuno lo tolga dalle classi....

giusy di marco ha detto...

ricordo l'anno scorso mia sorella un pò "sconvolta" perchè non sapeva bene come gestire le prove antincendio con relative file che si interrompevano perchè si era scordata delle manine che tra maschi e femmine erano contaminazioni! mi diceva:"ti rendi conto che in un momento di puro panico dovrei ricordarmi di questo oppure rischio di far bruciare mezza classe perchè la bimba mai prenderebbe per mano un compagnetto?"

si, che nessuno tocchi il Crocefisso! le pareti sono 4 e, nel caso in cui fossero poche, ci sono pure glli angoli! si può scegliere in modo più civile di insegnare ai bimbi a conoscere e rispettare anche le altre religioni.

il mio buon Prof di italiano Daidone diceva: "ai miei figli, se io non fossi italiano, sceglierei comunque di far fare l'ora di religione, perchè la nostra civiltà, la nostra cultura, la nostra arte ne sono permeate... come capire Dante... come capire "l'amor che move il sole e l'altre stelle"? e tutto il resto?"

però purchè dialogo sia è necessario che siano almeno due le parti in causa e mi pare, lo dico senza cattiveria, ma con rammarico, che sia sempre unilaterale il discorso... almeno con culture più integraliste.

Francesca T. ha detto...

Molte sono le cose che vengono in mente leggendo questo articolo.. Ciò che è evidente è la differenza tra la nostra realtà di bambini di 20-30anni fa e quella dei bambini di oggi..

Ed è facile "uscire fuori tema" perchè se parliamo di integrazione, di interculturalità o, come disse un tempo un ragazzetto di 13 anni (parlando del gemellaggio Marineo - S.te Sigolene), "differenze socio-economico-culturali" tra "noi" e "gli altri" bè.. il discorso è ben vasto.. e generalizzare diventa impossibile e pericoloso.

Penso ad esempio a mia sorella, attualmente in Marocco, dove per un semplice documento è dovuta andare in giro per uffici e città, spesso non trovando risposte immediate, fissando sguardi in cui si legge la sconfitta, la rassegnazione a meccanismi corrotti dalla miseria .. E' vero Giusy, non possiamo comprendere Dante senza conoscere un minimo la "nostra" religiosità ma è anche vero che non possiamo comprendere la "loro" religiosità e la loro cultura senza aver attraversato con loro "la frontiera"..

Io non conosco i numeri, ma immagino che gli islamici, gli ebrei, gli induisti (per citare solo i "grandi") siano ben più dei 2 pakistani nella classe di Maria Francesca o della ragazza che ha messo il "velo" per andare in piscina.. Ma di questi non si parla. Nè delle minoranze di nazionalità diversa che vivono da noi, "adattandosi" o forse no, a noi.. E poi, mi chiedo, quanto siamo in grado "noi" di adattarci agli altri? siamo certi che in tutte le classi, in tutti i paesi d'Italia si provi, come ha fatto Maria Francesca, a chiedere? O nn c'è gente che riesce a storcere il naso anche di fronte a chi proviene anche solo da una regione diversa?

Si, è fin troppo semplice andare fuori tema..

Tornando al tema di questo splendido articolo, questa testimonianza vera e concreta, mi piace che gli stessi bambini abbiano trovato la giusta soluzione: ciascuno la propria parete .. anche se io preferirei un angolo comune in cui "condividere", mettere uno a fianco a l'altro i simboli delle religioni.. E inventarci una preghiera comune per tutti.. e ancora condividere le "ricorrenze" .. nn solo quelle fatte di lustrini e dolciumi o scherzetti..

Bè, per il momento chiudo.. nella speranza che il "Tribunale dei Diritti dell'Uomo" revochi la sentenza.. e magari, ascoltando i bambini, trovi una soluzione che sia davvero di apertura nei confronti di tutti, nel pieno e vero rispetto dei "Diritti Umani"..

francesca dm ha detto...

Cara Francesca, mettere TUTTI i simboli delle religioni in un unico angolo sarebbe per i bambini solo motivo di confusione. Sarebbe uno psudosincretismo, e non mi piace. Mi piace dare la libertà di volgere lo sguardo verso la parete che più piace e io sarei incantata dagli arabeschi e li guarderei forse più del Crocifisso non intaccando per niente la mia fede in Lui.

Ogni parete sarebbe un angolo di mondo, ci sarebbe anche uno scaffaleto sotto per riporre costumi tipici, ricette, calendari. Immagina quanto sarebbe bello se un bambino musumano dicesse a uno Cristiano: vieni, ti faccio vedere una moschea, giocando a fare i maestri e i sacerdoti. Non ci sarebbe bisogno di un mediatore culturale, non per i bambini. Ma per i maestri si.
Nella mia scuola li stiamo già aspettando.
Cara Francesca, ti assicuro che il fatto dei miei due alunni non è l'unico, non è isolato. La maggior parte di quelli che ho conosciuto (io, nei miei pochi anni di insegnamento, prendiamo quello che dico con le pinze) manda i figli a scuola perchè altrimenti mandiamo i carabinieri a prenderli a casa. Molte bambine non vengono iscritte alle scuole medie NONOSTANTE i Carabinieri che vanno 1, 2, 3 volte ma poi...la bambina va a scuola 1, 2, 3 giorni e risiamo punto e a capo. Ma parlo di una fetta, non tutti, una fetta.
Sai quanto amo le culture arabe in genere. In classe F. era costretto a ripetermi alcune parole in Pakistano e nella mia classe si parlava il Siciliano, il Bresciano, il Pakistano un pò di latino (quello che ricordavo) e naturalmente l'Italiano. Non c'è bisogno di leggi che regolino il buonsenso, ma di rispetto. Ognuno deve avere un angolino suo in classe, per sè e per la sua religione e invitare gli altri a conoscerla e a condividerla. Per quel che riguarda le festività delle altre tradizioni si fa già qualcosa partendo dall'asilo. Nella mia classe l'insegnante di IrC sta affrontando le diverse religioni e filosofie del mondo e abbiamo un supermegacartellone che i bambini scrutano con quella sana curiosità che gli è propria.

Per il resto a me è sempre piaciuto molto confrontarmi e conoscere ma, spesso, per diffidenza o semplice difesa, dall'altra parte sembra esserci un muro. Spesso, non sempre.

I bambini stamattina mi hanno ribadito che se esce il Crocifisso dalla classe escono pure loro. E come la mettiamo??

La prossima volta che parte Cirella vado anche ioooooooooooooooo...

Nuccio Benanti ha detto...

Un conto è lo studio della storia delle religioni, un'altra cosa è la pratica religiosa, cioè il rituale.

Come dice giustamente Francesca T. noi non possiamo comprendere la "loro" religiosità e la loro cultura senza aver attraversato con loro "la frontiera". Questo mi sembra un punto fondamentale per evitare confusioni.

Quando Francesca DM dice che vorrebbe dai genitori una preghierina islamica commette (in buona fede) un errore di conoscenza (da qui l’esigenza dei mediatori culturali). La preghiera islamica (Salat) è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Volendo fare un paragone con la nostra religione Cattolica, possiamo dire che è come un sacramento, che necessita di un rituale particolare e purificatorio per essere praticato. La maestra può confessare o dare la comunione ai bambini cattolici? No. Mai si sognerebbe di dire ad un genitore: «Ora confesso suo figlio!» Allo stesso modo non può guidare (l'Imam guida la comunità tramite la Sunna del Profeta e il Corano) i piccoli musulmani nella preghiera quotidiana. Elementare, Watson!

Anonimo ha detto...

Do tutto anche la CROCE sulla rocca non si ' illumina la sera, anche guella croce e un punto di riferimento , chi e preposto a guesti compiti che cosa fa non se ne oncora accorto e l'amministrazione nemmenò insomma chi deve fare illuminare guesta CROCE spero che un giorno lo capirò.

francesca dm ha detto...

Grazie mille Nuccio! Ti sembra corretto che un insegnante debba apprendere queste cose da un blog?

Se non ci fossi tu bisognerebbe inventarti.

Colgo l'occasione per dire che m'indignerei tanto per il Crocifisso buttato via quanto per ogni eventuale divieto di portare il velo nei luoghi pubblici. Io difendo il Credo e la libera espressione di esso. Il punto è che si va sempre più verso il vuoto, il nichilismo, dalla libertà di professare la religione a quella di professarla a porte chiuse a casa o in Chiesa. Nella storia di oggi leggo questo, non so quanto velato, passaggio. E non vorrei esserne testimone.

Se dovessi leggere i segni dei tempi, cosa leggeresti tu, Nuccio? Dalla profonda fede nell'individualismo e nel relativismo si sta passando al vuoto, ai muri, alle barriere, e, ciò che più mi preoccupa all'omologazione, partendo proprio dai bambini! Spero di sbagliarmi.

Evviva le religioni. Dio sia benedetto per aver sparso faville di verità nella varie religioni e filosofie.

Nuccio Benanti ha detto...

Sulla libertà di professare la religione (a porte aperte) sono assolutamente d'accordo con te.

Io penso che i muri delle aule scolastiche appartengano (in comodato d'uso) agli insegnanti e ai bambini che ci trascorrono giorni, mesi, anni interi... Se democraticamente vogliono appenederci croci, rondini, fiori di carta o cartelloni possono farlo, come si è sempre fatto: ma non è una questione che deve interessare né i partiti politici né la Corte Europea (delle cause inutili e del tempo perso).

Francesca T. ha detto...

I bambini possono scegliere, certo, ma devono anche essere guidati nelle loro scelte e nella loro crescita.. Compito che non è solo degli insegnanti, ma anche dei genitori.. E in fondo nn sono stati dei "genitori" a chiedere la rimozione del crocifisso dalle aule?

"Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia e socia dell'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti)" (La Repubblica)

Eppure adesso sembra che siano stati gli Islamici a richiederlo.. distorsione dell'informazione? O paga di più associare l'integralismo islamico alla minaccia di perdita della nostra identità? Cosa che però nn viene assolutamente discussa quando "spopolano" le zucche vuote e nn si pensa più ai "vecchierelli" (come dicevi tu, Nuccio, qualche articolo fa)..

E poi, cara Maria Francesca, devo ricordarti che succede anche da noi di mandare i figli a scuola solo perchè altrimenti vengono i carabinieri in casa..

Succede anche da noi di considerare la "donna" puro elemento decorativo e/o utile strumento di procreazione e/o necessario convivente che tenga in ordine la casa..

Luoghi comuni? No. Realtà in cui siamo immersi fino al collo.. Di cui ancora non ci siamo liberati, e dove perfino le donne stesse sembra "amino" sguazzare..

Una comunità civile ed evoluta, come si ritiene essere l'Italia, dove ancora è necessario stabilire delle quote per la partecipazione alla vita politica delle donne, una realtà in cui è necessario costringere i datori di lavoro ad assumere le donne e in cui si riesce a farlo solo ed esclusivamente sventolando benefici fiscali.. per me nn è "migliore" di quell'altra.. è solo sostanzialmente più ipocrita!

Con questo non nego la scarsa considerazione che ha la donna nei Paesi arabi, in Cina, (o a Marineo).. O lo scarso interesse mostrato per i bambini e per la loro infanzia (loro li costringono a lavorare, noi gli riempiamo ogni istante di "attività"..)..
ma se pensi a cosa lasciano dietro di loro, a ciò che vengono a trovare da noi, a cos'hanno in cambio di quegli euri con cui, magari, ci sfamano intere famiglie nei loro paesi.. quanto "costi" (per TUTTI) la scuola.. che dovrebbe essere bene primario per ciascun bambino.. (e qui si apre un'altra voragine di discussioni.. di cui tu, ancora una volta, sei diretta interessata).. bè, la chiusura diventa sintomo di ben altre cose.. no? Forse nei loro panni anche noi saremmo un tantino "chiusi" e "diffidenti".. specie se il Paese che ci ospita ci costringe nei ghetti.. E non parlo di te Francesca DM, ma di colui che giudica senza averci neanche provato ad avvicinarsi.. anche se sbagliando i modi, come ci fa notare giustamente Nuccio..

Credo di essere tornata a perdermi nel discorso.. vero?

Sulla "parete delle religioni" nn pensavo ad una miscellanea variopinta e senza senso di simboli religiosi.. penso solo che in genere le pareti di una stanza sono 4.. un pò pochine se vogliamo dare 1 parete a ciascuna religione, no?

E, infine, quando sento il "nostro" ministro della difesa urlare a gran voce "Il crocifisso nn si tocca.. possono morire" mi chiedo verso chi è indirizzato quel monito, quanti pericoli si annidino nella diffusione di questo sentimento d'odio.. e mi chiedo, scusate se diffido (ma non di voi, sia chiaro), quanto ci sia di vero in questo "attaccamento alla croce"..

r.m.d'anna ha detto...

Carissime Francesca dm e Francesca T mi ha fatto grande piacere leggere i vostri interventi su un argomento tanto delicato quale l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.
Vi apprezzo molto e condivido le vostre argomentazioni anche se in esse leggo qualche distinguo. Vi rivedo ancora tra i banchi del plesso allora chiamato "Fontanella" come alunna mia diretta Francesca T, ma come alunna di plesso Francesca dm.
Già allora parlo degli anni 80 avevamo a scuola la presenza prima di Sascha e anni dopo di Kadischa
due bambine provenienti dal Marocco che hanno trovato nella nostra scuola accoglienza, ascolto,affetto e disponibilità.Ricordo che la mattina noi recitavamo il Padre Nostro e Sascha la sua preghiera.Ci si ascoltava in silenzio e con rispetto.L'ora di Religione, alla quale erano presenti perchè non avevano richiesto l'esonero, si trasformava in prossimità di ricorrenze in attività di ricerca delle tradizioni islamiche per capire i diversi modi di celebrare una stessa festività. Tutto era svolto così semplicemente e con rispetto che, nelle recite di Natale o Pasqua entrambe venivano coinvolte senza che i genitori obiettassero.
Il Crocifisso era sempre presente ed è forse (per me tolgo il forse e metto "certamente")grazie a Lui che siamo riusciti a creare nella nostra scuola una vera comunità fondata sul reciproco rispetto e sul reciproco Amore.
Nessun partito, nessuna legge ha condizionato mai le nostre scelte, ma il buon senso e soprattutto il rispetto di ogni bambino come Persona e ancor più come Valore.
Ora, come allora, continuiamo a favorire l'integrazione, ad accogliere con amore le diversità, ad essere sempre pronti a rispettare ed amare chi vive accanto a noi e.... con il Crocifisso appeso alle pareti riusciremo a realizzare certamente una vera ed autentica comunità educante perchè fondata su valori condivisi.
Vi abbraccio con affetto, r.m.d'anna
(Prosit! Francsca d.m. non sapevo che eri diventata mia collega! Auguri!)

Francesca DM ha detto...

Che bello leggere il commento della maestra rm d'anna! Colleghe?? no, sarete sempre le nostre maestre e noi gli alunni che chissà quante cose hanno ancora da imparare prima di ritenersi colleghi vostri!

Ora so che un alunno entra nel cuore delle maestre per sempre, con pregi e difetti. Guardo i miei di quinta (la mia prima classe! Li ho "presi" 2 anni fa quando "facianu fetu di latti" e l'anno prossimo li affido alle cure dei colleghi delle medie) e penso che l'ultimo giorno di scuola piangerò:-)

Ricordo Kadija e il suo essere ragazza fiera del suo credo. Ricordo suo padre che sosteneva: "mia figlia non è diversa dagli altri. Segue religione!". Chissà che fine ha fatto. La stimavo e stimavo la sua famiglia.

Una bambina del Marocco all'asilo, a Marineo, recita le sue preghiere INSIEME agli altri bambini, in contemporanea! Che grande dono l'unità! Tanto Dio è sempre uno e le preghiere dei bambini, si sa, sono quelle che inteneriscono il suo cuore di padre. Per cui, caro Nuccio, a volte, se si vuole, si può pregare tutti insieme ed è una meraviglia.

Cara Francesca, la mia paura è proprio questa: vedere nei musulmani un nemico. E' quello che sta succedendo e faccio fatica a spiegare ai bambini che loro non c'entrano niente. Continuiamo a parlare (programma di geografia!!) di minoranze etniche, dello "straniero" come risorsa ma, ahimè, la strada è lunga e faticosa. Distorsione dell'informazione: esatto, hai colto nel segno. I miei bambini difenderebbero il Crocifisso anche con la violenza. Che controsenso!

Per quel che riguarda i genitori, sai bene che, a volte, fannu cchiù dannu ca guadagnu. E credo che quelli citati da te rientrino proprio in questa categoria. L'azione di togliere il crocifisso per sostituirlo al vuoto (da donare nn solo ai loro figli, ma da IMPORRE ai figli degli altri)mi fa paura, e tanta. Che diritto hanno di decidere come gli altri genitori vogliono educare i propri figli?

Quanta energia ci vorrà per lottare per i bambini, le donne, i poveri, gli emarginati?

Beh, adesso rischio di perdermi anche io in discorsi così ampi che non starebbero dentro un blog!

Saluto con affetto ancora una volta la maestra D'Anna e le chiedo di salutare la mia mitica maestra, colei che già 20 anni fa, molto prima di me e con molta meno fatica, aveva già capito che strada avrei potuto intraprendere!
Un grazie per il vostro lavoro e per ciò che siete per ogni alunno!!!

ingui giuseppe tirrimutuni ha detto...

La croce rappresenta per noi Cristiani il segno della redenzione di vita e nessuno ha il diritto di togliere quello che per noi tutti rappresenta l'albero della vita.
dove il nostro caro Gesù è stato posto per la nostra redenzione.
dobbiamo pregare tanto per questi fratelli che la pensano diversamente ad essere più tolleranti come lo siamo noi.
pace a tutti

Anonimo ha detto...

per noi non credenti il crocefisso piantato là non significa nulla, è lì e basta, sinceramente non mi da fastidio, se a voi da conforto buon per voi...non mi darebe fastidio nemmeno una stella di david accanto ad una mezzaluna...per me non significano proprio nulla ma se ad altri danno conforto buon per loro...su quel muro ci si può metere tutto o nulla non me ne frega nulla.
Mi frega invece dell' educazione dei miei figli, mi frega che non abbiano un educazione unidirezionale, che oltre alle dottrine dettate da quell'uomo appeso in una croce appesa ad un muro imparino che al mondo c'è anche altro: c'è chi crede ad un altro dio e chi crede che non ci sia un dio...che ci sono le guerre ed i dittatori...che una scuola così non si era mai vista(sulla prima parte ti do ragione francesca).
Quindi appendete al muro tutto ciò che volete, ma spiegateci per favore cosa succederebbe se non dovesse esserci.

francesca dm ha detto...

Quando succede qualcosa che sia un segno di una svolta epocale, mi chiedo: quale direzione stiamo prendendo? Il cambiamento nasce da un'esigenza. Quale esigenza pone il problema del crocifisso? Quale esigenza REALE?

Io sono credente e per me il crofìcifisso è tutto, ma non posso e non devo assolutizzare questa posizione. Se venisse portato fuori non intaccherebbe il mio credo ma sarebbe un segnale forte: di cosa? di libertà? Non credo perchè i bambini lo vogliono là.

Anche i loro genitori lo vogliono là. Ripeto, parlo della mia classe e della mia esperienza. Sul muro c'è un cartellone con i simboli di tutte le religioni perchè devono sapere che c'è una verità in ogni religione, in ogni filosofia.

Insegniamo anche ai bambini che anche le teorie scientifiche possono essere dichiarate false e sostituite con una nuova teoria più valida e più conforme alla realtà.

In buona sostanza insegniamo loro che nessuno di noi ha in pugno la verità Proviamo a fornire gli strumenti affinchè la ricerchino, la scovino e nn si arrendano mai.

Il crocifisso al muro della scuola è un segno della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Per me il problema nn si dovrebbe porre. Perchè toglierlo?

Non so se sono riuscita a rispondere in maniera esauriente al tuo intervento. Spero di si.

Anonimo ha detto...

Per caso l'anonimo di sopra non ha mai sentito parlare di libertà, uguaglianza, solidarietà, aiuto del prossimo, dei bisognosi, di perdono, di amore, comprensione, fratellanza, carità..., da dove, sono scaturite questi ideali/valori fondamentali in un mondo che non potrebbe esistere senza di essi(valori), e, che solo Lui, con i suoi insegnamenti, il suo sacrificio ci ha donato??!! Ecco quello che, rappresenta per me, quello che per altri non significa "nulla"....!
F.L.

l'anonimo di prima ha detto...

in tibet credono ai valori della libertà dell'uguaglianza e della solidarietà...non credo siano cattolici apostolici romani...anche gli indigeni americani credevano a tali valori prima dell'arrivo dei gesuiti...credo che i crociati non diffondessero ideali di solidarietà davanti al santosepolcro, nonostante avessero un crocifisso proprio sul petto...forse la croce non è sempre garanzia di valori?...la croce è solo un simbolo...il raziocinio dell'uomo è ciò che le da significato ed interpretazione.
La croce appesa ad un muro è solo un simbolo, alcuni lo vedranno come un segno di conforto, magari nello scoramento di leggere delle sciocchezze dette dalla propria maestra quando pensa che i genitori debbano avvisarla sull' abigliamento della propria figlia musulmana.
magari i bambini più pii chiedono a quel dio morto in croce, per quale motivo la maestra non si interroghi sui solchi sociali che creano i vestiti griffati fra i bambini più ricchi e quelli meno abbienti.
Spero che per loro quel dio seminudo su una croce (lui si che non si poneva problemi etici sul vestiario) sia di conforto.
Quelle due assi di simil-legno con pupo in plastica appiccicato con l'attak, insomma il classico crocifissino che tutti abbiamo visto nelle aule rappresenti solo un icona...rappresenti i valori fondanti del cristianesimo religione o dottrina di pace e tolleranza...quell'uomo appeso in croce che accettava le leggi terrene e che non disdegnavfra le sue amicizie le troie (o escort)dei mendicanti e degli stranieri...quell'uomo che disdegnava i farisei.
Spero che i bambini che di cristo apprezzano l'insegnamento ripudinio la tracotanza e l'arroganza di chi vede nel crocifisso un baluardo culturale da anteporre allo straniero, un simbolo bieco di presunta superiorità sociale e culturale.
Spero che i bambini, che spesso sono più illuminati delle loro maestre prestino poca importanza a ciò che è appeso nelle loro aule e più a quello che alberga nelle proprie menti o nei propri cuori.

Anonimo ha detto...

il crocifisso non si tocca......chi non lo vuole non lo guarda, ma x noi cristiani è importante avere un simbolo in classe...

Anonimo ha detto...

e per gli atei non averlo...come la mettiamo ?...siete sicuri di essere ancora maggioranza ?

francesca DM ha detto...

i genitori devono ISTRUIRMI sui loro costumi per permettermi di essere educatore dei loro figli. Io non mi sono MAI permessa neanche di chiedere a P il motivo del velo. Lo hanno fatto gli altri bambini.

Per quel che riguarda i vestiti firmati, la loro maestra va a scuola in jeans, maglietta e stivaloni da maschiaccio. Forse mi sono espressa male e mi scuso se ho urtato la sensibilità di chiunque.
L'insegnante, volente o nolente è educatore, insieme ai genitori dei bambini. Io voglio essere informata sulle usanze per condividerle, per capire. Caro anonimo di prima, forse ha letto il mio articolo con qualche pregiudizio o ripeto forse io mi sono espressa male e mi dispiace.

Ritengo comunque importante quello che lei dice e condivido in pieno il fatto che altre filosofie, relogioni, culture abbiano in sè i valori alti in cui anche io credo. Non vado fiera delle crociate e, per onestà nei confronti dei bambini, dico spesso che anche la Chiesa ha fatto i suoi tremendi errori. Non credo di avergli imposto niente. Io, proprio come una bambina, voglio conoscere e devo essere messa nelle condizioni di capire (credo sia un diritto leggittimo quando passo con i bambini più tempo dei genitori).

Crede che io non voglia bene a F o a P? La scuola non è insegnare 4 nozioni e via. Non la mia scuola, non quella in cui credo io. Forse la scuola del dialogo e del confronto è utopica, ma io intendo crederci ancora e muovermi in questo senso.

Con il più assoluto rispetto
Francesca DM

Anonimo ha detto...

Quando in giro si vedono le "effige" del "Che Guevara", penso che il tipo è stato un guerrigliero, cioè una persona che, per le proprie idee, sicuramente giuste, ha ucciso! Ha sparato ed ha fatto sparare ad altri uomini per uccidere! Il Cristo ha amato, ha portato un parola di pace, è stato accanto ai più poveri e, sopratutto, ha risposto agli schiaffi porgendo l'altra guancia! Il Che, ha sparato ed ha ucciso, anche se per non essere ucciso. Io provo fastidio nel vederlo nelle bandiere durante i concerti, provo fastidio nel vederlo nelle magliette, ma capisco che ha lottato per le proprie idee nella maniera sbagliata, o forse ha dovuto sparare per potere ottenere il "levati di cca ca mi ci mettu iu" (la storia farà chiarezza)! Allora chiediamoci come si può pensare di vietare un simbolo di pace ed amore e sbandierare tipi e tipacci che hanno riempito la storia di lutti e violenze? L'ipocrisia del mondo moderno ci chiede di nascondere i simboli scomodi, quelli che richiamano l'umanità ad una maggiore responsabilità, tolleranza, amore, dovere! Marx ha detto che la religione è l'oppio dei popoli, e per certi versi ha avuto anche raggione. Oggi il caro Marx non potrebbe che constatare che l'oppio è la religione dei popoli!!! Ragione per cui i sinboli più negativi, arribili, violenti, devono figurare ovunque: Chi ci ricorda amore e fratellanza ed ogni altro valore positivi è meglio levarselo dai piedi.

Guevara Ernesto ha detto...

ciao sono ernesto guevara...il Che per gli amici...non sono un dio...nessuno mi venera per tale...al di fuori di Cuba non vengo esposto in ogni edificio pubblico...
A Cuba, che effettivamente non è proprio un esmpio di democrazia la mia effige viene imposta nelle scuole...un pò come da voi in italia il crocifisso.
Molti giovani nel vostro paese mi eleggono a mito...campeggio nele loro bandiere e nelle loro t-shirt, nessuno lo impone loro eppure lo fanno.
Quantunque nutra timori verso quell'omino che funge da Presidente del Consiglio, nessuno vieta loro di scegliersi i simboli che prediligono.
Ieri guardando la tv ho visto proprio lui , il vostro Premier, con un grosso crocifisso im mano, a difesa della presenza dello stesso nelle aule delle scuole e dei tribunali...non che lui frequenti molto i tribunali, trova sempre qualche scusa o qualche legge per evitare di andarci, però ci tiene che ad assistere alle sue, poche, performance da imputato ci sia anche Cristo su quella croce...forse perchè la sua vita si ispira al cristo: anche lui frequentava le prostitute,forse non corrompeva i giudici e la guardia di finanza e magari non falsificava pure i bilanci ed infine non essendo sposato non poteva disonorare il sacramento del matrimonio.
Vedendo quell'ometto con i capelli artificiali ed il viso tirato con quel simbolo così importante fra le mani mi è venuto da pensare allo scollamento che cìera fra quel segno ed il suo significato.
Mi sono chiesto, cosa amano i cattolici? i segni o i contenuti?
cosa prediligono l'idolo o i suoi validissimi insegnamenti ?...come fanno a volere tanto un crocifisso nelle aule e a non esigere un comportamento cristiano dai propri politici?...il non rubare, il rispetto per le donne, l'accoglienza per lo straniero non sono forse valori fondanti per il cristiano?...come si fa a brandire la croce a volerla caparbiamente in un edifico pubblico e a rinnegare quotidianamente i valori che esso rappresenta ?
Per questo credo che poco importi la presenza di un simbolo religioso, quanto la presenza di quei valori...ovunque nella vita sociale di una nazione...darei fuoco anche a tutti i crocefissi purchè vengano messi in pratica gli insegnamenti di quel cristo, soprattutto nella vita pubblica.
Consentitemi infine di parlare un pò di Me...si è vero sono stato un violento, rispondendo a una violenza...un pò come i vostri eroi nazionali Garibaldi, Manin, i militari che festeggiate il 4 novembre o i liberatori del 25 aprile...gli eroi di Nassirya o dell'Afganistan. La differenza fra un eroe ed un terrorista è forse solo la vittoria?

Anonimo ha detto...

Sono estasiato per la qualità, la precisione, l'ironia, l'intelligenza con le quali è statto affrontato questo delicato tema da parte degli ultimi due interventi. In particolare, l'ultimo di Ernesto Guevara, ha espresso quanto, in modo più banale avevo pensato da quando si è innescata la vicenda. Sono un cattolico discretamente praticante, ma da qualche anno cerco di scrollarmi di dosso tutte quelle incostrazioni e zavorre inutili che mi impedivano di essere me stesso e incontrare l'uomo che ha cambiato la mia vita : Gesù. I riti, le celebrazioni, i simboli, mi appaiono vuoti se non sento "ardere" qualcosa dentro al cuore. La valutazione del bene e del male, non è al di fuori di me, ma nasce dalla mia buona o cattiva coscienza. Se tale coscienza è sollecitata da chi mi vuol bene è bene accetta ma sempre nel rispetto della propria individualità. Il crocifisso, pertanto, è quello che appendo nel mio cuore, che mi conosce più di ogni altro, e che, come un padre misericordioso, mi vuol bene anche se non sono proprio il massimo della bontà e della perfezione. Chi usa, per fini politici, il crocifisso (sia chi lo vuole e chi non) è un ipocrita. Torniamo, allora, ai veri valori umani di rispetto, tolleranza, ecc. che non sono altro che i veri valori cristiani e questo problema dei simboli sarà secondario. Grazie Ernesto.
Un sognatore.

Anonimo ha detto...

Sono l'anonimo che ha tirato in ballo il Che. La violenza, a mio modo di vedere, non trova affatto giustificazione nella bontà (o presunta tale) delle idee. Garibaldi, per mano del fido Nino Bixio, ha fatto fucilare 11 "picciotti" a Piana degli Albanesi, in quanto hanno ritardato alla sveglia. Quindi non si può salvare nessuno, eroi nazionali o rivoluzionari sudamericani! Un solo rivoluzionario ha fatto la sua rivoluzione porgendo l'altra guancia e tanti altri suoi seguaci hanno offerto l'altra guancia. Sono in pochi, ma buoni! San Francesco, Giseppe La Pira, Madre Teresa di Calcutta, tanti altri omini, o piccole donne, che con il loro personale e silenzioso sacrificio hanno servito e servono il prossimo. Alcuni, servendo il prossimo, portano al collo un crocefisso, altri no. Ma sia gli uni che gli altri hanno nel cuore scolpita la parola amore, la stessa che il Cristo ha predicato. Ecco, a mio modesto vedere, il valore del simbolo a cui fare riferimento a prescindere dalla fede. Io sono credente ma per niente praticante. Non sono di certo un buon cristiano, ma sicuramente non mi ritengo ipocrita. Penso sarebbe il caso lasciare il Crocefisso al suo posto ed utilizzare le energie mentali a riflettere e le energie fisiche a fare.