lunedì 30 settembre 2013

La panchina di Guastella. Marinesi in America: la famiglia Calderone


di Ciro Guastella
NEW YORK. Agli inizi del secolo scorso la scarsezza delle risorse locali, la spagnola epidemica e i sintomi di una guerra in agguato, per un mondo incapace di mantenersi in pace, erano le amare realtà alle quali tanti nostri Marinesi andavano giornalmente incontro.
E mentre i possidenti terrieri, in una società ancora dipendente dalla coltivazione e produzione agricola, godevano condizioni di adeguato benessere, mancavano purtroppo altre alternative per garantire stabilità ed indipendenza economica per la maggioranza dei braccianti ed artigiani. L'intraprendenza dei Marinesi è ormai nota, ma anche a quei tempi, spirito di avventura, iniziativa e soprattutto necessità spingevano tanti a lasciare Marineo per dirigersi verso terre lontane e sconosciute: il Sud America, particolarmente l'Argentina, ed il Nord America erano le destinazioni preferite. Quei fardelli pieni di fave, lenticchie, olio d'oliva, pentole e padelle erano anche pieni di ricordi e solidi valori umani. La filosofia spicciola e la saggezza bonaria che avevano assaporato ascoltando gli anziani mentre in attesa seduti nelle sale dei barbieri, assieme all'immagine di San Ciro, erano anche parte del loro bagaglio. Il viaggio in America era una sfida alla loro fortitude fisica. Le navi colme di gente, intraprendevano lunghe traversate oceaniche, per raggiungere New York ci impiegavano due settimane. Le strette accomodazioni, appena sufficienti, provvedevano minimo conforto ed infatti l'equipaggio contava nei passeggeri per dare una mano d'aiuto, quando richiesto. Si dice che ad ogni passeggero, durante il viaggio, veniva assegnato in dotazione un secchio che serviva per raccogliere e scaraventare fuori l'acqua entrata nella nave a seguito di mari gonfi. E' difficile poter seguire una tipica famiglia Marinese durante il suo viaggio e l'arrivo in America. Non si vuole nel contempo, anche se meritoriamente qualificata, segnalare una famiglia in particolare, se si scrive di loro, come la famiglia modello ed esemplare. Riconosciamo dando uguale credito a tutti coloro che sono emigrati come gente che si è sottoposta ad enormi incertezze e sacrifici ed individualmente le loro storie meritano di essere ricordate e raccontate. Ma se dobbiamo cominciare, cominciamo con la famiglia Calderone. Quella che viene identificata come la zona della Little Italy di New York è compresa nel Lower East Side di Manhattan. Il cuore della Little Italy è oggi circondato da ben noti quartieri conosciuti come Tribeca, Soho, East Village, Bowery e Chinatown. L'intera zona giace ai piedi dei ponti: Williamsburg, Manhattan e Brooklyn, che collegano dall'Est Brooklyn, mentre l'Holland Tunnel porta a Manhattan dall'Ovest (lato New Jersey). Gaspare Calderone e Maria Maneri, sposati giovanissimi a Marineo, nel 1902 decisero di trasferirsi in America in cerca di fortuna. Gaspare non aveva mai imparato un mestiere, ma possedeva buona volontà, ambizione ed una notevole apparenza fisica. Quando mise piede in America cercò subito gli amici Marinesi venuti prima di lui che lo avrebbero aiutato a trovare casa e lavoro. Il quartiere dove si stabilì era Elizabeth Street, abitato dai Siciliani. Elizabeth Street è parallela a Mott Street, ed a quei tempi Mott era abitata da Calabresi e Baresi. L'altra strada parallela è Mulberry Street, allora abitata dai Napoletani.
Campanilismo e rivalità erano in voga fra gli Italiani, ma non di considerevole rilievo quando paragonati alle altre difficoltà quotidiane che la nostra gente affrontava. Come Italiani, ed in particolare Meridionali, si era vittime di una spietata ed ingiusta discriminazione che la classe socio-politica locale mancava di condannare, questo aggravato anche dal fatto che non si conosceva l'inglese ed i migliori e ben retribuiti lavori venivano offerti a quelli che conoscevano la lingua. Ad un uomo come Gaspare venivano solo offerti lavori pesanti, meniali ed umili che non molti avrebbero contemplato accettare. Questa era una realtà alla quale, suo malgrado, Gaspare si rassegnava, tuttavia il lavoro gli dava abbastanza per mantenere la famiglia che già andava crescendo. Col tempo, a costo di sacrifici e con Maria dedicata alla famiglia che diventava sempre più numerosa, Gaspare riusciva ad acquistare cavallo e carretto da utilizzare come veicolo per la vendita ambulante di frutta e verdura. Per molti anni Gaspare fu parte del panorama odierno, ricco di quei colori e sapori che caratterizzavano Mulberry Street. Sempre sulla strada, noncurante dei climi rigidi, le massaie potevano contare su Gaspare e l'ottima qualità dei prodotti che offriva. Maria diede alla luce undici figli: 6 maschi, 5 femmine. Sopravvissero solo 2 maschi e 4 femmine. Gli altri, vittime di quella che allora veniva definita epidemia infantile, morivano giovani. Catherine, Philip, John, Francis, Mildred, e Mary da giovanissimi ricevevano la guida e gli esempi di Gaspare e Maria, imparando da loro, non solo a parlare siciliano, ma a conoscere la Rocca ed i miracoli di San Ciro. Tutti i figli ebbero quello che a Gaspare non fu mai concesso: l'opportunità di ottenere un'ottima educazione didattica. Frequentarono l'Università ed eventualmente venivano ad occupare posizioni sociali e prestigiosi incarichi che facevano Gaspare orgoglioso. Catherine, insegnante, sposò Stefano Daidone, anche lui Marinese. Dall'unione nacquero 2 figli, Gaspare e Charles. Quando Catherine sta ancora per dare alla luce una coppia di gemelli, muore giovanissima. Philip diventava avvocato, ed era conosciuto dalla comunità Marinese residente a New York che lo usava come consulente legale. Nel 1956 visitava Marineo con la moglie e le figlie. Mentre in paese, vuole toccare la Rocca di suo padre. Nel 1962 propone la sua candidatura per il Congresso degli Stati Uniti in rappresentanza della Contea del Queens. Nel 1968 viene nominato e servirà per anni in qualità di Assistente Distrettuale della Corte Penale della Contea del Queens. Philip amava la musica classica, suonava il violino con divina passione ed a 75 anni compiti prendeva ancora lezioni di pianoforte. John, sposa la sorella del Commissario di Polizia della Contea di Nassau. La moglie gli muore giovane e John affranto dal dolore continua a sopravvivere consolandosi nel sostegno dei figli. Francis sposa e si trasferisce a Philadelphia nella Pennsylvania. Mildred sposa Benedetto La Gamma, noto esponente sindacalista NewYorkese. Mary è la piccola ed il gioiello della famiglia, sposata giovane si trasferisce a Rochester. Rimasta vedova, rientra a New York e decide di tornare ad abitare ad Elizabeth Street, dove i suoi genitori, ormai deceduti da anni, abitavano. La Parrocchia della Madonna di Loreto, bastione di severa educazione monacale che vide anche tutti i figli Calderone battezzati lì, non esiste più, la zona acquista un nuovo volto etnico ed i conglomerati cementizi aumentano. Little Italy si trasforma, diventa ora meta di curiosità turistica. I vecchi negozi, quelli che ricordavano i baracconi da fiera del Bergamasco dove era facile trovare il colapasta o il nuovo calendario di Frate Indovino, sono ormai spariti. Mary ricorda il viaggio che fece a Marineo nel 1950 e continua a sognare e perseverare, suggerendo di volerci ritornare perché, dopotutto, è anche la sua terra. Durante le celebrazioni in onore di San Ciro a Brooklyn, i Marinesi partecipavano numerosi alle Messe e le Processioni. Fra i tanti che pervenivano si notava una distinta signora col cappellino in testa. Il cappellino di gusto e stile secondo il dettame della moda attuale, le dava un'aria di mistero mentre allo stesso tempo faceva di corona ad un viso radiante e gentile: la figlia di Gaspare e Maria, come ogni anno, veniva a rinnovare le espressioni di fede per San Ciro e l'amore per Marineo. Così come facevano sempre i suoi genitori!