giovedì 12 febbraio 2015

Un augurio per le 80 primavere di Totò Randazzo, artista multiforme


di Nino Di Sclafani
C'è chi sostiene, sicuramente a ragione, che la vita è un fiume senza soste e fermate. Un ruscello che nasce da un monte e, irrequieto e cangiante, scivola fragoroso tra dirupi e cascate fino a giungere placido al piano e dopo lungo scorrere si unisce al grande mare che richiama a se nella quiete della risacca ogni vita. 
Eppure non si può negare che ci sono, nel lungo fluire, delle tappe importanti nella vita di un uomo. Eccoci qui perciò a presentare un'importante ricorrenza: ottanta primavere di Totò Randazzo, nato a Marineo nel 1935. Non dico anni, ma primavere. Quale altra stagione gli può essere più congeniale? Ogni mattina è per lui un nuovo risveglio e un nuovo progetto. La vita in questione è quella di un artista: estroso, picaresco, irascibile e, al contempo interprete di delicato lirismo. Poeta, musicista e scrittore, capace di slanci e caparbietà tipiche della sua multiforme natura. Il rapporto intenso e fraterno con il poeta Ignazio Buttitta segnerà significativamente la sua ispirazione poetica che si alimenta dei sentimenti del quotidiano e che nasce, così come per Buttitta, dal moto intimo, quasi viscerale, in difesa dell’uomo e delle sue prerogative. Testimone di un epoca complessa, esponente di quella generazione sopravvissuta al secondo conflitto mondiale e approdata speranzosa ai mitici anni cinquanta ed alle promesse di benessere duraturo, Totò Randazzo ha incarnato tutte le aspettative, le illusioni e i fallimenti di quella stagione. Ad ogni caduta, però, è seguito un rialzarsi, ostinatamente, per intraprendere una nuova avventura. L’elemento centrale delle poesie e della sua vita rimane il forte legame tra l’autore e la sua terra. Per chi è nato e cresciuto a contatto di un microcosmo rurale che si insinuava prepotente nella vita degli uomini che, con fatica, conducevano la dura lotta per la sopravvivenza, rimane indelebile il rispetto per quella natura dispensatrice di “provvidenza”, dei suoi millenari ritmi, dell’avvicendarsi delle stagioni che segnano anche il tempo dell’uomo. Ugualmente la dimensione antropologica con il suo carico di storia, tradizioni, saperi, determina un’influenza pervadente nell’opera dell’artista. Così le lunghe peregrinazioni nel mondo sono sempre seguite dal ritorno, dal riappropriarsi di quei paesaggi noti e rassicuranti, sensazione che il nostro territorio riesce a garantire ai suoi figli lontani che non recidono mai quel filo di appartenenza alla propria terra. La storia dell’uomo diviene così storia del territorio. Vite parallele e inscindibili. La vivacità culturale e artistica di Marineo diviene ispirazione e humus accogliente per l’intraprendenza del singolo che dagli stimoli dell’ambiente ricava i temi della propria vena artistica. Una simbiosi feconda che suscita anche nelle giovani generazioni un positivo spirito di emulazione. Così la pluridecennale esperienza del Premio di Poesia Città di Marineo, la secolare tradizione della Dimostranza, la vivacità culturale ed artistica locale, le ataviche tradizioni di culto e devozione, quella “memoria collettiva” che genera naturali disposizioni e sensibilità verso l’arte, ha permesso che persone come Totò Randazzo, pur non avendo goduto di un percorso formativo adeguato, si siano ritrovati a vivere l’esperienza culturale di un’esistenza votata all’arte di cui vogliono lasciare una testimonianza tangibile. Un affettuoso augurio.